Museo di Celle dei Puccini - Primo piano

  • Famiglia in generale: Il nome Puccini racchiude in sé più di un secolo di storia musicale lucchese. Il quarto esponente, Michele padre del più noto Giacomo, nacque nel 1813, restò quasi subito orfano e fu così introdotto alla musica dal nonno Antonio. Principalmente si espresse come compositore di musica sacra e poi ebbe un ruolo altrettanto importante come insegnante. Tra il ‘49 e il ‘50 sposò Albina Magi e formarono una famiglia alquanto numerosa: nove figli, di cui due maschi e sette femmine. La biografia di Albina è alquanto scarna, sicuro è il suo atteggiamento forte e risoluto che dimostrò quando rimase vedova e dovette tirare su una tale prole. Due figlie non raggiunsero l’età adulta, ma per le altre: Otilia, Tomaide, Igina e Ramelde le aspettava un  futuro abbastanza agiato grazie ai buoni matrimoni. Eccezione fu Igina che diventò monaca in un convento locale. Giacomo fu il primo maschio e rimase sempre particolare legato alle sorelle, in particolare il rapporto con Ramelde è fondamentale per capire il lato più privato dell’artista. 
  • Vestito e lettino: battezzato prontamente nella casa di Via di Poggio a Lucca appena nato il 22 dicembre 1858, perché in pericolo di vita, Giacomo Puccini poi ricevette il rito completo del battesimo nella chiesa di San Giovanni e Reparata con questo vestitino. Accanto il piccolo letto dove dormiva da bambino.
  • Arredi vari: tra gli arredi presenti ecco il tavolo con la macchina da cucire della madre Albina e la scrivania del padre Michele con il busto che lo ritrae e soprattutto con il manoscritto dell’antifona per la chiesa di Celle composto a 16 anni, quando era ancora uno studente a Lucca.
  • Bacheca di Michele Puccini
  • Storia di Michele (fratello): Michele Puccini nasce nel 1864, il padre era già morto da tre mesi e nonostante la differenza di età, Giacomo come fratello maggiore si occupò con attenzione, affetto e lo spinse sempre a studiare e a migliorarsi. In particolare gli fu accanto, quando Michele, completati gli studi musicali a Lucca, scelse di perfezionarsi al conservatorio di Milano. Michele possedeva però un carattere più libero e ribelle. Alla ricerca di avventure decise di andarsene in Sudamerica nel 1889 insieme all’amico di infanzia Ulderigo Tabarracci. Da Buenos Aires ai piedi delle Ande nella cittadina di Jujuy, le sue lettere raccontano le vicissitudini del viaggio, la sorpresa nel ritrovare così tanti italiani, le belle donne. Impegna il suo tempo insegnando musica e italiano e prestandosi al servizio come segretario del console Baldi. Tuttavia si trovò costretto a fuggire dalla terra argentina, dopo che fu scoperta la sua relazione con la moglie di un personaggio importante, Michele sfidò a duello il marito e lo ferì gravemente. Scappò a Rio de Janeiro, dove stava imperversando un’ondata di febbre gialla, qui fu contagiato e morì a soli 27 anni.
  • Ultima visita: non è possibile avere la certezza della frequenza delle visite di Puccini a Celle, tuttavia dalle lettere che scambiò con sua sorella Ramelde emerge che non fosse un evento insolito. L’ultima visita del 26 ottobre 1924, avvenuta cioè circa un mese prima dalla morte, ha un valore particolare. Puccini rimandò la partenza per Bruxelles per essere presente alla cerimonia ufficiale: il Comune di Pescaglia aveva fatto apporre sulla casa, la targa in marmo, a ricordo delle origini cellesi del Maestro e poi ricevette la cittadinanza onoraria. L’accoglienza con le canne di bambù lungo la mulattiera, gli amici e gli ammiratori, le ultime foto fecero da perfetta chiusura  per quel cerchio musicale iniziato due secoli prima.
  • Rapporto con Ramelde e marito
  • Donatrici Alba Franceschini del Panta e Nelda Franceschini Giaccai sono le principali donatrici del materiale che hanno permesso l’allestimento del museo. Figlie di Ramelde e Raffaele, erano insieme a Adelaide o Nina, le tre “care bambore”, nipoti predilette di Giacomo Puccini. Come testimoniano le lettere, le foto, gli spartiti qui esposti,  non mancava mai di riservare loro un saluto speciale o di inviare piccoli regali. Così negli anni ‘70, Alba e Nelda presero contatto con il Sindaco di Pescaglia per rendere noto il loro desiderio di donare il patrimonio pucciniano per poter fondare un museo, in quella casa dove aveva avuto origine la dinastia dei Puccini. 

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